Storia di una cura naturale…
Negli anni di fine secolo anche il Sistema Endocannabinoide appena scoperto iniziava a prendere forma e si iniziava ad intuirne l’importanza.
La recente identificazione dei recettori cannabinoidi e dei loro ligandi lipidici endogeni ha innescato una crescita esponenziale di studi che esplorano il sistema endocannabinoide e le sue funzioni regolatorie nella salute e nella malattia.
In quel decennio, il SEC è stato implicato in un numero crescente di funzioni fisiologiche, sia nel sistema nervoso centrale e periferico sia negli organi periferici.
Si intravedeva la possibilità di modulare l’attività del SEC come importante promessa terapeutica per un’ampia gamma di malattie e condizioni patologiche disparate, che potevano andare dai disturbi dell’umore e dell’ansia, ai disturbi del movimento come il morbo di Parkinson e di Huntington, il dolore neuropatico, la sclerosi multipla e le lesioni del midollo spinale, a cancro, aterosclerosi, infarto del miocardio, ictus, ipertensione, glaucoma, obesità/sindrome metabolica, Alzheimer e osteoporosi, solo per citarne alcuni.
Il sistema endocannabinoide, SEC, è un complesso sistema biologico di comunicazione tra le cellule. ​
Si tratta di uno dei più complessi e importanti sistemi del nostro corpo, che contribuisce a regolare gran parte delle funzioni vitali. ​
Inoltre, il suo compito è anche quello di mantenere l’omeostasi dell’organismo, cioè il suo delicato equilibrio interno, che viene messo a repentaglio dalle condizioni esterne dell’ambiente.​
È un sistema presente in diverse specie animali, dai mammiferi, ai rettili, fino agli invertebrati. ​
Il sistema endocannabinoide è composto da tre elementi: gli endocannabinoidi, i recettori e gli enzimi. ​
Gli endocannabinoidi sono molecole che registrano le variazioni delle condizioni esterne e attivano i recettori, per trasmettere dei segnali alle cellule, così da permettere loro di innescare una risposta.
Le prime due molecole del sistema conosciute sono state l’Anandamide, AEA e il 2-Arachidonoilglicerolo, 2-Ag, che sono già presenti nel nostro organismo e vengono rilasciate su richiesta, on demand. ​
Una volta eseguita la loro funzione, gli endocannabinoidi vengono distrutti.​
Il secondo elemento del sistema è rappresentato dai recettori CB1 e CB2, che si trovano nella membrana di diversi tipi di cellule. ​
È stato dimostrato che i CB1 sono presenti soprattutto nelle cellule nervose dell’encefalo, neuroni, del Sistema Nervoso Centrale, SNC, e sono distribuiti in particolare nella corteccia, nell’ippocampo, nell’amigdala, nei gangli e nel cervelletto, responsabili del movimento, delle funzioni cognitive complesse, dell’apprendimento, della memoria e delle emozioni. ​
Recettori CB1 sono presenti anche nelle cellule di polmoni, muscoli, organi riproduttivi, fegato e nel sistema cardiovascolare. ​
I CB2, invece, sono espressi principalmente a livello periferico e sono presenti nelle cellule di ossa, milza, colon, pancreas e nel sistema immunitario.​
I recettori dei cannabinoidi hanno il compito di regolare il rilascio di altri messaggi: i CB1, infatti, interferiscono con i neurotrasmettitori, per proteggere il SNC dalla sovrastimolazione, mentre i CB2 regolano l’attività del sistema immunitario.​
Infine, il sistema endocannabinoide è composto dagli enzimi, che hanno il compito di degradare le molecole, una volta che hanno svolto la loro funzione. ​
In questo modo, viene evitato un accumulo degli endocannabinoidi all’interno dell’organismo.​
I recettori endocannabinoidi sono stati individuati in tutto l’organismo, sia dell’uomo che di altri animali. ​
Hanno funzioni di neuroprotezione e regolano il rilascio dei neurotrasmettitori, evitando la sovrastimolazione del Sistema Nervoso: quando un neurone è molto attivo rilascia endocannabinoidi, che reprimono l’impulso di eccitazione e di inibizione sul neurone. ​
Un altro ruolo importante del sistema riguarda i processi dello sviluppo neurologico: gli endocannabinoidi, infatti, influenzano la plasticità sinaptica, che consente al Sistema Nervoso di modificare le connessioni tra neuroni e crearne di nuove.​
I cannabinoidi endogeni sono anche immunomodulatori, svolgono un’azione antinfiammatoria e agiscono sullo stimolo della fame, sull’umore e sulla mancanza di sonno. ​
I ricercatori hanno individuato l’importanza del CBD sul SEC anche sulle cellule ossee, osservando che i recettori cannabinoidi sono strumentali nella regolazione della densità ossea e quindi in grado di curare l’osteoporosi.​
Infatti, grazie alle capacità di regolatore della maggior parte dei processi fisiologici di un organismo, il sistema endocannabinoide è considerato uno dei più importanti sistemi presenti nel nostro corpo, utile per il mantenimento dell’omeostasi.​
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