La funzione epatica provvede alla gestione dei solidi di cui è composto un corpo. Si tratta dell’organo della concretezza. Infatti esso provvede a tutte le esigenze corporali connesse alla costruzione, riparazione e protezione della vita. La funzione epatica difende la vita come il cacciatore-guerriero il proprio clan di appartenenza. In ebraico la parola fegato “Kavod” significa non a caso abbondanza. Si rammenta come gli etruschi utilizzassero il fegato per la divinazione tramite i visceri degli animali. Si narra esso era particolarmente adatto per divinare in relazione a conflitti di provvidenza e sussistenza. La parola fegato deriva dal latino fico. Infatti questo albero che simboleggia una vita priva di affanni. Il suo significato è “qualcuno provvede all’uomo”.

Secondo le religioni monoteiste ad Adamo e Eva dopo la cacciata dal paradiso è proprio il fico-fegato a provvedere loro. Fu infatti la foglia di un fico a provvedere alla loro nuova penosa condizione.

Siddartha preso da una stanchezza incontenibile decise di fare un pisolino sotto l’albero della Bothi. Una volta recuperata la forza vitale egli si alzò illuminato. Da allora è il Buddha. L’albero della Bothi sotto il quale avvenne la fortunata “pennichella” è un albero di fico. A Prometeo che provvide all’uomo donandogli la tecnologia del fuoco, tocca il supplizio di un’aquila che gli mangia di giorno il fegato. Al contrario lo stesso suo fegato la notte si rigenera

Con questi riferimenti storici e\o simbolici si vuole tracciare una linea rossa che unisce alla funzione biologica per il tramite di un senso. Il senso della funzione epatica è provvedere alla sussistenza dell’organismo al quale appartiene.
Si tratta dia una funzione antropologica primaria che nel clan corrisponde a quella del cacciatore o guerriero. Sarà per questo che nelle frasi idiomatiche di tutte le lingue il coraggio è posto in relazione ad un gran bel fegato.

COME PROTEGGERE IL FEGATO

La terapia delle malattie possiede molti strumenti.

Ognuno di questi ha vantaggi e limiti. Un buon medico sceglie gli strumenti di terapia esclusivamente secondo il bene del paziente.

Questo implica per esempio il principio di prescrizione minima di valore massimo. Si intende il massimo di risultato per il minimo di danno iatrogeno. Il danno iatrogeno è quello che segue l’utilizzo di uno strumento di terapia troppo invasivo. La capacità di un medico di disporre di molti strumenti di terapia consente il rispetto della prescrizione minima di valore massimo.

Tra gli strumenti di terapia tra quali scegliere si ricordano solo a titolo di esempio le categorie più frequenti:

  • alimentazione
  • stile di vita
  • turn over idrico
  • igiene
  • massaggio
  • postura
  • terapia della parola
  • omeopatici e omotossicologici
  • erbe medicinali
  • integrazione
  • biofeedback
  • agopuntura
  • terapia con supporto di strumentazione tecnologica
  • farmaco
  • atto chirurgico

Una medicina centrata sul farmaco può prevedere un suo utilizzo maggiore di quello che sarebbe veramente necessario. I farmaci sono indispensabili nella terapia. Essi hanno consentito un successo non confutabile nei confronti di molte malattie gravi. Altra cosa è l’assioma indimostrato che da questo successo del farmaco derivi la necessità di centrare ogni terapia su questo strumento.

Il fegato è tra le vittime primarie di una tale ristretta visione dell’atto medico.

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