Il CBD in gravidanza è una realtà
Malgrado non ci siano studi a lungo termine che indaghino sul rapporto tra cannabis e gravidanza, sono in costante crescita le donne incinte che fanno uso di marijuana. A confermarlo, è uno studio condotto dal Kaiser Permanente Northern California. “In California il consumo di cannabis in gravidanza è raddoppiato tra il 2009 e il 2016″.
Questo successo, frutto delle testimonianze di tante neo mamme che hanno ribadito i benefici del cannabidiolo, ha giovato a sempre più donne che per trovare sollievo hanno deciso di percorrere questo sentiero ancora vergine.
Assumere CBD in gravidanza è sicuro?
Quali sono i possibili effetti collaterali?
Ci sono rischi a lungo termine per le donne incinte e per il feto?
Rispondiamo con la scienza.
Molto spesso, per non dire sempre, le donne in gravidanza soffrono di: nausea, dolori muscolari e articolari, stanchezza, disturbi del sonno, ansia e stress. E in un periodo particolarmente delicato, in cui è sconsigliato assumere farmaci, il cannabidiolo si è dimostrato particolarmente efficace:
- Contro il vomito gestazionale grazie alle sue qualità antiemetiche
- Un analgesico naturale per attutire i dolori provocati dalle contrazione muscolari
- Per le sue proprietà ansiolitiche, riducendo ansia e stress e migliorando di conseguenza la qualità del sonno
Infine nel 2004, l’European Study of Farmacology, ha pubblicato una serie di studi che, oltre a promuovere il CBD come un valido rimedio per tutti i sintomi della gravidanza, ha confermato che la sua assunzione favorisca lo sviluppo del feto e la crescita del neonato.
Come assumere CBD in gravidanza senza rischi
Se si decidesse di assumere CBD in gravidanza è fondamentale prediligere prodotti estremamente puri senza THC. Dall’olio, estratto da piante di canapa certificate, coltivate naturalmente e prive di pesticidi e metalli pesanti, a prodotti ricchi di CBD per uso locale, quali creme e cosmetici.
Il CBD è stato inserito tra gli ingredienti utilizzati dall’industria cosmetica
Il CBD da febbraio 2021 è stato inserito tra gli ingredienti utilizzati dall’industria cosmetica presenti nel CosIng (documento di riferimento per i paesi dell’Unione Europea riguardante tutte le materie prime cosmetiche). Quest’ultimi rappresentano una valida alternativa in quanto, realizzati per uso esterno, il CBD non raggiunge il flusso sanguigno e non influisce sul feto e successivamente sul neonato in fase di allattamento.
CBD e allattamento: sono necessarie ulteriori ricerche
Nonostante nel latte materno siano naturalmente presenti alcuni endocannabinoidi prodotti dal nostro stesso sistema endocannabinoide, la ricerca scientifica brancola nel buio sulle possibili interazioni tra il CBD e un neonato.
Molte domande restano ancora senza risposta, pertanto è impossibile determinare con certezza se la sostanza sia sicura o meno in tali circostanze. Detto ciò, per ora è meglio evitare di assumere CBD durante il periodo di allattamento.
Negli anni il CBD ha acquisito grande importanza in ambito medico
Negli anni il CBD ha acquisito grande importanza in ambito medico, soprattutto negli USA e anche se un po’ a rilento, in Europa. Sta iniziando inoltre a prendere piede anche in Italia dove viene accreditato non solo come un prodotto riconosciuto e legalizzato, ma anche apprezzato per le sue qualità benefiche.
Alcune di queste proprietà del CBD sono sostenute da ricerche scientifiche che evidenziano come caratteristica principale quella di apportare benessere in modo naturale, si riconoscono:
- Proprietà analgesiche e antinfiammatorie, con la sua azione sull’ECS (sistema endocannabinoide) riduce la percezione del dolore stimolando il corpo in diverse zone e favorendo benefici neurologici.
- Proprietà ansiolitiche, è stato dimostrato che il CBD allevia i sintomi del DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress) e del DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo)
- Proprietà neuro-protettive, il potere antinfiammatorio di questo cannabidiolo permette la riduzione dello stress che può colpire le cellule cerebrali.
- Proprietà antipsicotiche, alcune ricerche stimolano all’uso del CBD per il trattamento della schizofrenia ed altri disturbi di salute mentali.
- Proprietà antiemetiche, l’olio CBD sembra essere adatto a ridurre questo disturbo trattando in maniera efficace i sintomi.
- Proprietà anticonvulsivanti, questa molecola, secondo importanti ricerche scientifiche, potrebbe essere utilizzata in terapie che trattano forme di epilessia come quella infantile.
- Proprietà energizzante e antiossidante, grazie alla sua azione detossinante e di rafforzare le cellule con la corretta rigenerazione, l’olio CBD come anche i cristalli CBD, sembrano avere una caratteristica energizzante e anche antiossidante.
Tutte queste proprietà e caratteristiche rendono il CBD adoperabile nel trattamento di molte malattie e lo identificano come antidolorifico. A fianco ai suoi usi terapeutici, in alcuni paesi, il CBD viene consigliato anche come integratore alimentare.
In riferimento alle controindicazioni del CBD, nel 2018 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato un rapporto in cui evidenziava il fatto che non ci sono, in generale, effetti rischiosi e controindicazioni per la salute umana, ma piuttosto applicazioni mediche. Di conseguenza ci sono controindicazioni che si possono verificare in relazione alle dosi terapeutiche come:
- Sensazione di affaticamento
- Sonnolenza
- Bocca secca
- Mal di testa
- Vertigini
- Diminuzione dell’appetito
Una volta modificato il dosaggio del CBD questi effetti scompaiono.
Articoli tratti da:
https://www.royalqueenseeds.it/blog-in-quali-parti-del-mondo-e-legale-il-cbd-n950#l-olio-di-cbd-e-legale-in-italia
https://justmary.fun/blogs/notizie/assumere-cbd-in-gravidanza